Svolta secolare nell’interpretazione del codice stradale riguardante le multe per eccesso dei velocità comminate grazie all’Autovelox. La Corte di Cassazione quasi poco più di 30 giorni fa (ordinanza ministeriale n.11018/14 del 20 maggio 2014) ha definitivamente stabilito che l’infrazione è nulla se e solo se il segnale del limite di velocità non viene ripetuto dopo l’incrocio sostenuto. In poche parole, se ad una strada viene imposto un limite di velocità con l’apposito segnale e lo stesso limite non si ripete dopo ogni incrocio, lo stesso segnale non ha più lo stesso valore. Quindi, se un automobilista trova prima un limite di velocità, poi attraversa un incrocio e infine incappa in un autovelox, l’eventuale sanzione che gli sarà recapitata non sarà valida.
La Cassazione si è pronunciata dopo che un signore di origini calabresi aveva presentato un ricorso proprio a causa di una multa salatissima che gli era stata comminata per un eccesso di velocità, accertata con l’apposito autovelox. La Corte ha accolto il suo ricorso, sentenziando che: “Va infatti ritenuto che la mancanza della ripetizione del segnale poteva indurre il conducente a credere che la riduzione del limite di velocità disposta prima dell’intersezione fosse venuta meno, giacché il coordinamento tra l’art. 119 e l’art. 104 del Regolamento è da formulare nel senso che il limite di velocità imposto da un segnale cessi, per effetto del segnale di fine del limite, solo se ci si trova in presenza di un tratto di strada continuo”.
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